Comunicato stampa del 27 ottobre 2020 di Confcommercio imprese per l’Italia Trentino

TRENTO. C’è anche Trento tra le 24 città italiane che domani ospiteranno la manifestazione di FIPE, la federazione italiana dei pubblici esercizi, “Siamo a terra”. Una manifestazione ordinata, silenziosa, senza eccessi, per ribadire con chiarezza che il settore dei pubblici esercizi e della ristorazione sta soffrendo in modo pesantissimo le limitazioni imposte dalla normativa anti-covid. «Bene le scelte della giunta provinciale – dicono i presidenti delle due associazioni di categoria aderenti a Confcommercio Trentino – ma le perdite sono percentuali a doppia cifra. E per il futuro c’è poco ottimismo».

L’ora di ritrovo è fissata alle 11.30 in piazza Duomo, a Trento. Lì ristoratori e pubblici esercizi trentini metteranno in scena una protesta civile ma risoluta. Rispettando tutti i protocolli di sicurezza e le disposizioni previste da leggi, dpcm e ordinanze, gli esercenti stenderanno a terra le tovaglie dei loro locali e incroceranno le braccia per mezz’ora: l’obiettivo è fornire una rappresentazione efficace della situazione delle imprese. Ieri il governatore trentino Maurizio Fugatti ha emanato un’ordinanza nella quale consente agli esercizi della provincia orari di apertura più lunghi rispetto a quanto previsto dall’ultimo dpcm di Conte. Ma anche questa misura, pur apprezzata dalla categoria, va accompagnata da adeguati ristorni e sostegni alle aziende.

«Bene l’ordinanza di Fugatti – spiega il presidente dell’Associazione Ristoratori trentini Marco Fontanari – ma le aziende sono comunque messe a dura prova da troppi mesi: la parentesi della stagione estiva non riuscirà ad evitare che moltissime imprese chiudano i bilanci in forte perdita. Con questa manifestazione, che intendiamo svolgere rispettosamente ma con convinzione, chiediamo di porre l’attenzione sulla nostra categoria: abbiamo bisogno di sostegno, di risorse e strumenti per continuare ad esistere. Il settore, in Trentino, conta oltre 3.500 aziende e dà lavoro a quasi 15 mila addetti».

«Abbiamo sempre rispettato tutti i protocolli – commenta Fabia Roman, presidente dell’Associazione dei pubblici esercizi del Trentino – e infatti i nostri locali sono sicuri, non sono focolai dell’epidemia. Dobbiamo trovare il giusto equilibrio tra salvaguardia della salute pubblica e tutela dell’economia: non possiamo permetterci altri lockdown né altre limitazioni altrimenti sarà un disastro per la nostra categoria. Due ore in più non salveranno sicuramente i bilanci ma sono una boccata d’ossigeno molto utile. Ci aspettiamo che gli aiuti promessi dal governo si traducano in azioni concrete e adeguate alla situazione».