Con le premiazioni dei carri della tradizionale sfilata si chiude la 62° edizione della Festa dell’Uva di Verla di Giovo. 15.000 le presenze nella tre giorni, 1.100 i partecipanti alla Marcia dell’Uva in mezzo ai vigneti.
Con un totale di 116 punti, è L’ultimo rintocco de Le Cavezare il carro vincente della 62° sfilata della Festa dell’Uva di Verla di Giovo. Una creazione che ha voluto affrontare un tema di stringente attualità, ovvero il rispetto dell’ambiente e la necessità di progettare un futuro sostenibile. Attraverso questa opera, infatti, il gruppo Le Cavezare – che lo scorso anno si era già distinto con un carro posizionatosi al secondo posto – ha reso protagonista il nostro pianeta, ma diviso a metà. Da una parte il mondo nella sua bellezza, così come dovrebbe essere, mentre dall’altra il mondo nero e sporco, così come l’indifferenza dell’uomo lo sta trasformando. Due parti che nel corso della performance si sono allontanate mostrando al centro un grande orologio le cui lancette scorrevano all’impazzata, simbolo del tempo che passa inesorabilmente e che rende l’inversione di rotta l’unica via per rimediare agli sbagli commessi. Ad accompagnare il carro, un gruppo di personaggi vestiti di bianco, segno di purezza, colore, gioia e luce, e altri vestiti di nero, cupi e aggressivi, con abiti abilmente realizzati grazie a materiali di recupero. Allo spettatore il compito di scegliere da che parte stare.
Al secondo posto, con 97 punti, gli Scorlaperi con L’eterna uva, omaggio all’importanza dell’uva, a partire dalla preistoria, quando veniva raccolta solo per mangiarla, fino a quando la necessità di conservare provviste di cibo consentì di scoprire che, dopo alcuni giorni, fermentava dando vita ad un liquido che può essere considerato un antenato del vino che oggi conosciamo.
Terzo posto, a soli tre punti di distanza, per I Botticelli – nuovo gruppo composto da 30 ragazzi under 15 – con Incanto di Luna, fiaba d’amore che racconta il profondo legame tra Uomo e Natura e che richiama la tradizione di un tempo di sposarsi alla fine della vendemmia intonando la sera prima alla propria amata una serenata.
Quarti i New Man, anch’essi giovanissimi e alla loro prima esperienza, con Rami e radici; quinti i Picaciuk con Il paese dell’uva meraviglia e sesti Le brasche, con L’uva nel mondo di Oz.
Curiosi e divertenti gli intermezzi affidati ad alcune frazioni di Giovo, in cui gli abitanti si sono raccontati attraverso le loro caratteristiche distintive. E così, i Paluderi (Palù), chiamati “aseni” nonostante il loro sia il paese edificato nell’unica conca pianeggiante della valle, si sono presentati in sella a delle bici da corsa, visto che hanno il vanto di aver dato i natali a grandi campioni come i Moser e Simoni. I Vileri (Ville) hanno voluto mostrare la loro anima “nobile” legata alla presenza nel proprio territorio del Castello della Rosa. I Mosaneri (Mosana) non potevano che dedicare la loro parata alla mosa, piatto tradizionale da cui prendono il nome, che hanno servito agli spettatori, mentre gli abitanti dei Serci si sono prodigati a distribuire pane, formaggio e salame agli spettatori, nel segno dell’ospitalità.
Una sfilata ricca e, come da tradizione, altamente partecipata, che ha chiuso nel migliore dei modi un weekend di grande festa per Verla di Giovo, con migliaia di persone accorse a visitare gli stand enogastronomici e degustare le specialità 100% locali servite, e partecipare alle iniziative messe in campo, dai concerti che hanno rallegrato le serate alla nuovissima Escape Room, fino all’immancabile Marcia dell’Uva, che ha visto 1.100 iscritti.
Uva e dintorni, organizzata dalla Pro Loco di Giovo con il supporto di Trentino Marketing e il coordinamento della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino, nell’ambito della promozione delle manifestazioni enologiche provinciali denominate #trentinowinefest, si conferma dunque appuntamento atteso non solo dalla comunità di Giovo, che partecipa attivamente alla buona riuscita con il prezioso contributo di oltre 400 volontari e l’impegno di 180 persone alla realizzazione dei carri, ma anche dal resto del Trentino e, sempre più, da fuori provincia. Un’occasione dunque unica per accendere i riflettori su un territorio unico e dalla grande tradizione vitivinicola come la Valle di Cembra, che sicuramente contribuisce a stimolarne la crescita turistica.
Credits: Fabio Dalvit