vini rossi 4In attesa di stappare le prime bottiglie di vino novello, il prossimo 30 ottobre, possiamo già anticipare che quelle prodotte nel corso della vendemmia 2015 saranno diverse da quelle dello scorso anno: la calda estate e il morbido autunno hanno permesso di ottenere un’uva di Teroldego (la tipologia produttiva d’elezione in Trentino per il Novello) matura e profumata, in grado di ottenere un Novello intenso ed armonico.
Il vino novello nasce nel lontano 1930 ad opera di alcuni scienziati francesi alla ricerca di nuovi metodi di conservazione dell’uva. La loro iniziale idea fu quella di adagiare in un contenitore perfettamente chiuso alcuni grappoli interi saturando l’ambiente con una miscela di anidride carbonica. Quale fu il risultato? All’apparenza l’uva rimase perfettamente conservata ma al suo interno, grazie all’opera degli enzimi presenti nella polpa del frutto, avvenne una particolare fermentazione che permise agli zuccheri presenti di trasformarsi in alcol.
Fu una scoperta che i buoni vicini d’oltralpe non si fecero scappare: nel 1936 fondarono la prima denominazione di produzione legata alle uve Gamay ottenute  nella zona di Beaujolais, secondo il metodo definito “macerazione carbonica”.
In Trentino, negli anni ’60,  Vigilio Grigolli e Luciano Lunelli furono tra i primi fautori  della macerazione carbonica utilizzando le uve Teroldego. Scendendo nelle altre regioni d’Italia, il processo produttivo fu introdotto più tardi, grazie all’opera di Giacomo Tachis e Angelo Gaja negli anni ’70.  Visto il grande interesse, nel 1979, venne promulgato il decreto che regolamentava la produzione del vino novello, modificato successivamente nel 1999 e nel 2013 .
Pochi sanno che il vino novello non è solo un “vino nuovo” ma segue un processo produttivo completamente diverso da quello di una vinificazione in rosso classica. Con la macerazione carbonica infatti  il vino novello acquisisce profumi e sapori che una vinificazione classica non  permetterebbe.
TeroldegoL’uva viene selezionata in vigneto, secondo parametri di perfetta sanità e integrità degli acini: una volta raccolta viene posta in piccole cassette per mantenerla intatta e quindi permettere di raggiungere la cantina. Successivamente i grappoli vengono adagiati nei tini dove lentamente inizia la speciale fermentazione intracellulare:  tale procedimento porta alla formazione di composti aromatici caratteristici quali sentori che richiamano la confettura di frutti rossi, ciliegia, cannella e chiodi di garofano. In bocca invece si ha una sensazione morbida e vellutata.
In Trentino la varietà principe per la produzione del vino Novello è sicuramente il Teroldego:  una varietà ben conosciuta per il suo colore rosso violaceo intenso, il suo delicato tannino ed una acidità che ricorda il territorio dolomitico in cui nasce. Questi tre elementi risultano ottimali al fine di ottenere un vino estremamente profumato, un corpo di non eccessiva struttura ma allo stesso tempo piacevolmente completo.
In Trentino la produzione di Novello rappresenta circa il 14 % della produzione nazionale pari a circa 10.000 milioni di bottiglie posizionandosi al secondo posto nazionale, anticipati dal Veneto ma seguiti da Toscana, Emilia Romagna e Abruzzo.
I produttori nella nostra provincia sono Azienda Agricola Marco Donati, Azienda Agricola  Zeni Roberto , Cavit, Cantina Rotaliana, Concilio , Endrizzi, Gaierhof , La Vis, Mezzacorona.
Per assaggiare il vino Novello visita una delle 12 cantine produttrici oppure partecipa all’evento “Rosso d’Autunno” della Cantina Rotaliana di Mezzolombardo o alla degustazione “Novello e dintorni” presso il Bar Aquila Nera con i vini dell’Azienda Agricola  Zeni Roberto.
 
 
Articolo di Rudy Zeni